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D'Annunzio Gabriele

Più che l'amore

Treves, Milano, 1906

Opera definita dall'autore "tragedia moderna", rappresentata per la prima volta a Roma nel 1906. Il protagonista Corrado Brando, moderno Oreste e "ulisside", trova in Africa la possibilità di trasformarsi in eroe e di farsi adorare "come un demone" dalla tribù che lo aveva catturato con il suo servo Rudu. Emerge così la dimensione di alterità esistente tra l'Africa di Corrado Brando e l'Italia giolittiana: il tema della romanità del suolo africano viene qui proposto in modo inequivocabile. Allo stesso modo, se il personaggio di Virginio Vesta incarna la misura dell'Italia giolittiana, Brando, violando la sorella di Virginio, Maria Vesta, e generando con lei un figlio, si fa portatore di un'eroica, per quanto sofferta, dismisura di carattere tragico.

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