Marinetti Filippo Tommaso
Mafarka le futuriste
Sansot, Parigi, 1909
La versione italiana dell'opera viene pubblicata l'anno successivo a cura di Decio Cinti (Edizioni futuriste di "Poesia", Milano). Nel romanzo, vero e proprio mito di fondazione del futurismo, viene elaborata la metafora di Gazurmah, il figlio metallico di Mafarka non soggetto alla morte, cui sono preclusi però l'amore, la sensualità e la tenerezza. Colubbi, figura femminile seducente, tenta di affascinare Mafarka che però la esclude dalla creazione del figlio. Sia Mafarka che Colubbi muoiono, mentre Gazurmah "l'eroe alato senza sonno", vola alto nel cielo. L'opera segna, nella produzione di Marinetti, il passaggio dal simbolismo al futurismo.