Il Corriere della Sera
Arnaldo Fraccaroli
L’altra guerra: quella dei giornali
Venerdì, 3 Novembre 1911 – Anno 36 – Num 304, pp 3
Fraccaroli, che poi sarà corrispondente di guerra dalla Cirenaica, contrappone in questo articolo la “guerra autentica”, combattuta dai soldati italiani e il racconto mistificato che di quella guerra appare in quei giorni non solo nei giornali di Costantinopoli, ma anche su “quelli più turchi di Vienna, di Berlino, di Londra e – se vi contentate dei meno importanti- Il vero scopo dell’intervento di Fraccaroli emerge alla fine di questa rassegna di false informazioni, ed è quello di spiegare il clima di ostilità europeo mettendolo in rapporto con la nuova immagine aggressiva e forte dell’Italia “ormai uscita dalla minorità”: “Moralmente,- scrive Fraccaroli- mentre i nostri soldati battevano i turchi, noi prendevamo sfrontatamente a schiaffi una vecchia e cara persuasione dell’Europa […] Ma come […] noi così buoni e modesti […] così gentili da sopportare con perfetta creanza tutti i soprusi, noi buoni soltanto a cantare canzonette e a fornir di musica e di tenori tutto il mondo e a inebriare d’amore le bionde sentimentali che vengono in Italia in cerca di poesia e di abbondante prosa, noi mansueti e remissivi si alzava la testa, si faceva la voce grossa?[…] Abbiamo cominciato a vincere, vinciamo, minacciamo di vincere ancora: forti, sprezzanti, resistenti, risoluti. Questo era troppo, conveniamone!”. La conclusione, pertanto, non può essere che improntata all’orgoglio nazionalista per quell’ostilità nutrita di sconcerto e di paura nei confronti dell’Italia: “Nello stesso odio che si solleva intorno a noi c’è qualche cosa che ci esalta. L’accanimento è eccezionale: vuol dire che contiamo.”