Il Corriere della Sera
Renzo Larco
Entro il cerchio delle ridotte
L'opera si completa
Venerdì,31 maggio 1912- Anno 37- Num. 150, pp 3
Larco imposta l’articolo su un confronto tra la vivacità rumorosa di Tripoli e la calma piatta di Bengasi ( "Un’unica costruzione è avviata: qualle di un grande albergo. La maggior parte delle case sono a un solo piano, elevate con dei muri a secco […].In fondo alla strada un dado quadrato, microscopico, il Circolo Roma, è l’unico ritrovo di Bengasi, ritrovo per gli ufficiali, generosamente aperto a noi corrispondenti dei giornali") e prosegue inserendo in questo scenario un po’ squallido e povero un protagonista, il gen. Briccola, a cui, tocca come a tutti gli altri generali descritti di volta in volta sul giornale, l’appellativo di "padre buono e severo", e una serie di comprimari: i soldati che partono, quelli che arrivano, gli arabi indigeni e i corrispondenti di guerra, che accettano anch’essi quella disciplina di correttezza militare, "cioè scuola di franchezza e di rispetto" che si respira nella piccola città. La vivacità dell’articolo è affidata ai consueti espedienti del presente indicativo, degli evviva e dei dialoghi fra soldati. Si comunica comunque al lettore la sensazione di una pausa nella guerra, una interruzione dell’adrenalina dei racconti di guerra a favore della buona amministrazione della pace (" Noi ci domandiamo adesso: Che fare? La guerra pare abbia accettato una sosta con l’imminente estate." "Una riflessione semplice ma profonda, ha fatto ragionare: noi dobbiamo restare come governo e non come esercito che passa e cerca quindi di produrre sul nemico il maggior danno possibile").