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Illustrazione italiana

Gualtiero Castellini

Il nuovo romanzo di Enrico Corradini

11 giugno 1911- Anno XXXVIII, pp 592

È una recensione al romanzo "La Guerra lontana", appena pubblicata da Treves, considerato da Castellini come un atto liberatorio rispetto alla sconfitta di Adua, non ancora elaborata dalla coscienza della nazione. "Questo artista ch’era nato alle lettere imitando Gabriele D’Annunzio, disvela oggi una maschera ben sua- una maschera identica a quella che appare sul suo volto schietto- e che reca nella cote facciale il severo profilo del legionario di Roma"; " Enrico Corradini ha sentito […] che nella recente storia d’Italia un solo nodo tragico ci avvince e ci tiene: il dramma del 1896, la catastrofe di Adua. Adua, nella nostra giovine nazione che imita […] gli atteggiamenti spirituali di Francia, è stata la nostra débacle, ed ha gravato come un incubo su la vita nazionale per molti anni. […]. Adua è […] veramente il nodo tragico che involge le spire della nstra rinascita. Senonché […] occorreva ricercare nella desolata giornata di Adua l’origine remota del nazionalismo italiano e nel tramonto del sogno imperiale su le ambe etiopiche l’insoddisfatto desiderio degli uomini nuovi. Finalmente […] osiamo essere fieri del martirio e delle lacrime: non allontaniamo il ricordo dell’immolazione come una vergogna, ma lo avviciniamo a noi come una ferita da sanare. Il romanzo di Enrico Corradini ha, certamente, questa genesi psicologica. Ma nell’atto stesso del suo compimento, il disegno si è fatto più vasto ed il significato più alto […]. L’alta morale del romanzo trascende il nazionalismo." Il recensore inserisce a questo punto una sintesi della trama: il protagonista, Enrico Gola, famoso giornalista, sventa le trame della donna amata, Carlotta Anasparro, che vorrebbe usarlo come strumento di vendetta contro il Ministro della guerra. La donna allora diventa l’amante di un giovane deputato democratico, Lambio che compie la vendetta della donna contro il Ministro. Gola uccide Lambio in duello per le calunnie da lui lanciate el Ministro, poi emigra in America, come espiazione. Sullo sfondo figure a chiave come il poeta, alias Giosuè Carducci "fulminatore di popoli e di re, timido nelle contingenze comuni della vita, superbo spirito ammonitore che sa animare il ricordo del valore di Roma nel sogno del volere d’Italia", lo "storico ammonitore", Alfredo Oriani, il "Ministro", Francesco Crispi. Nella conclusione Castellini già adombra i prossimi interventi coloniali di Corradini che "compiuto questo romanzo che parla dell’Africa di ieri […] lascia ancora l’Italia e va peregrino oltre mare, nell’Africa di domani: a Tripoli, di là delle Sirti. E in lui solo si compie quella che dovrebb’essere l’evoluzione della nazione".

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