Illustrazione italiana
Primavera italica ( recensione)
23 giugno 1912- Anno 39- Num..25, pp 614
Tra l’11 e il 12 giugno c’era stata una ripresa delle operazioni militari in Libia, con la battaglia di Homs. In questo numero, a p.615, è inserita anche una foto dei "Ruderi romani di Lebda" con questa didascalia: "Intorno a questi ruderi che attestano l’antica grandezza della romana Leptis Magna si svolse il vittorioso combattimento del 12 giugno."
In questo clima di ritorno d’interesse per la Libia la rivista recensisce in modo ampio la pubblicazione in volume, con il titolo "altamente poetico" di Primavera italica, della "viva, commossa, vibrante conferenza" portata da Matilde Serao in varie città italiane, fra cui Roma, Milano, Genova, per favorire una sottoscrizione per la flotta aerea. Come è consuetudine dell’ "Illustrazione", il recensore dopo qualche breve indicazione essenziale, cede la parola all’oratrice stessa, nel punto in cui spiega la metafora a effetto scelta per il titolo e amplificata nel testo: " Era l’autunno quando l’Italia lanciò il suo grido di guerra alla Turchia e sino agli estremi confini del mondo tutti gli italiani si sentirono meravigliosamente avvinti in un amore solo, immenso. Era l’autunno, ma parve che la patria si ricoprisse di una smagliante primavera il cui profumo si diffuse nel mondo civile. Come gli antichi di Roma e di Grecia onoravano gli eroi sacrificando sui loro roghi quanto avevano di più sacro e di prezioso, così noi, per moto contrario, abbiamo sacrificato sul rogo della guerra quanto avevamo di più triste, di più misero. Gli uomini politici, nemici acerrimi da lunghi anni, si sono avvinti in affettuosa solidarietà, gli uomini picari ai partiti intransigenti si sono ricordati del loro primo carattere: di essere italiani. Quale rinascenza dopo anni e anni di depressione e di pessimismo!". Da questo esordio, sintetizza il recensore, la Serao "seppe svolgere una entusiastica dimostrazione delle alte idealità dominanti la guerra attuale. Essa seppe dare alla sua tesi una tale elevazione di forma e di concetti, che i pubblici più eletti, nelle maggiori città d’Italia, risposero al suo fervore con applausi entusiastici".
