Il Corriere della Sera
Luigi Barzini
La festa dei "marabut"
A Tripoli
Martedì, 27 febbraio 1912- Anno 37- Num.58, pp 1
In questo articolo Barzini non si limita a descrivere i tratti salienti della festa dei "marabut", grande solennità degli arabi della Tripolitania, riuniti in "zavie" o confraternite [ si noti la trascrizione "zavie", mentre Fraccaroli scrglie la grafia "zauie"], a sottolineare l’importanza religiosa di questi riti dei quali nota fra l’altro le somiglianze con alcune processione "che avvengono nel paese nostro", durante le quali il fervore religioso provoca "forme larvate di flagellazione" o a rievocare la suggestione ambientale delle danze e dei canti sacri "di fanciulli adunati nei cortili delle case moresche" (" Percorrendo alla sera le silenziose deserte viuzze del quartiere arabo, così pittoresche nel chiarore lunare, si odono spesso cori solenni che, soffocati dalle grandi muraglie bianche e cieche delle moschee, sembrano sempre lontani e venire non si sa da dove, unica voce della città addormentata"); la questione centrale posta dal giornalista è, infatti, di tipo politico, se cioè sia preferibile vietare o permettere la festa, affrontando, in questa seconda ipotesi, i rischi connessi al fanatismo religioso latente. La conclusione a cui arriva Barzini è che sarebbe preferibile concedere la celebrazione della festa, perché "non vi sono ragioni gravi di dover troncare una tradizione secolare del paese mentre è preziosa ogni occasione che possa servire a dimostrare con quale senso di giustizia vera intendiamo governare i popoli soggetti che facilmente ci sospettano nemici del loro culto e dei loro costumi". Comunque, avverte il giornalista, ufficialmente non è stata presa alcuna decisione e" il Governo locale son grande interesse studia la questione".