Il Corriere della Sera
Guelfo Civinini
Milad e i suoi compagni
Passeggiate per l'oasi
Venerdì, 12 luglio 1912-Anno 37- Num.192, pp 3
Datato genericamente "Tripoli, luglio, l'articolo si muove nel cerchio del bozzetto e della cronaca di costume.In tutto il racconto è costante l’atteggiamento di superiorità culturale di Civinini che si sente di appartenere a una civiltà superiore a quella che descrive: gli arabi ( o beduini, il giornalista non indica la pur fondamentale distinzione) sono tutti ladri ( derubano il morto della sua paga settimanale); sono insensibili alla morte( "Milad è morto, ed è morto bene, combattendo. Si è guadagnato le sue urì.[…] Accovacciati coi fucili fra le gambe all’ombra di due grandi alberi che frondeggiano in mezzo alla piazza di Suk el Giemâa, i suoi compagni sembrano fieri della sua morte e hanno un’aria assai soddisfatta. Hanno avuti dal comandante gli elogi per la loro condotta in una piccola scaramuccia avuta nella notte coi soliti predoni dell’oasi e le promessa di un montone ogni sei uomini, come premio […] L’ottimo Milad se n’è andato, ma i montoni stanno per arrivare"); sono brutti ( "era ben brutto, povero Milad: un ometto di mezza taglia, sulla quarantina, ossuto, atticciato, dal viso butterato color oliva mèzza,[...] e dei denti da cavallo trentenne"); sono avidi e attenti solo al proprio tornaconto ( è tutta gente dell'oasi. E quando si tratta di difenderla dai predoni [...] la difendono bene, senza nessun riguardo al comune pafre Allah, lieti di esercitare un loro diritto e di avere [...] ogni giorno due lire in tasca".) Nemmeno la decsrizione del funerale, seguyito da lontano da Civini a cavallo, suscita un minimo di partecipazione emotiva e compassionevole: anzi, nel cimitero "squallido arido", l'attenzione del giornalista si sofferma su un ulteriore gesto di barbarie: l'apertura di una vecchia tomba, per far posto alla nuova. L'inferiorità razzaile dagli arabi di estende anche agli ebrei del villaggio di Am-Russ, "arabizzati nell'aspetto e nei costumi": all'avanzata italiana, si rifugiano nelle loro "stamberguccie sudicie" e ne escono poi con le mani alzate, esclamando con un idioma da "bingo bongo" stereotipato nei giornali: "Viva la Talia! Boni taliani! Noi ibrii, ibriii, ibriii!...". Anche gli "ibriii", i vari "Scialom, Abraham, Jacob...",si insinua, sono dei ladri e hanno colto l'occasione per saccheggiare le botteghe di Suk el Giemaa.